tag:blogger.com,1999:blog-7716888378824726762024-03-12T18:12:59.107-07:00Kioshikioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.comBlogger128125tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-4402250731817555432021-07-06T02:35:00.006-07:002021-07-06T02:35:54.368-07:00COMANDARE È MEGLIO CHE FOTTERE - il mio nuovo libro<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-sWbLK8ZXCbE/YOQjKv76JyI/AAAAAAAAAXg/n1gDlX5P_ZYqyFzTUhdx1G59nNtSH-FDwCLcBGAsYHQ/s1080/IMG-20210411-WA0004.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="710" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-sWbLK8ZXCbE/YOQjKv76JyI/AAAAAAAAAXg/n1gDlX5P_ZYqyFzTUhdx1G59nNtSH-FDwCLcBGAsYHQ/s320/IMG-20210411-WA0004.jpg" /></a></div><p></p><p style="background-position: 0px 0px; border: 0px; caret-color: rgb(85, 85, 85); color: #555555; font-family: "Cormorant Garamond", sans-serif; font-size: 19px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Aspiranti picciotti con una passione smodata per il calcio, due Van Gogh scomparsi, misteri in grado di far condannare un innocente e il primo sciopero di sole donne in Calabria. Poi ladri equilibristi, calciatori innamorati, profeti più materiali di quanto ci si aspetterebbe, la Stasi e i Mondiali.</p><p style="background-position: 0px 0px; border: 0px; caret-color: rgb(85, 85, 85); color: #555555; font-family: "Cormorant Garamond", sans-serif; font-size: 19px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><br /></p><p style="background-position: 0px 0px; border: 0px; caret-color: rgb(85, 85, 85); color: #555555; font-family: "Cormorant Garamond", sans-serif; font-size: 19px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Due interviste:</p><p style="background-position: 0px 0px; border: 0px; caret-color: rgb(85, 85, 85); color: #555555; font-family: "Cormorant Garamond", sans-serif; font-size: 19px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="https://www.minimaetmoralia.it/wp/altro/tra-verismo-e-magia-intervista-a-claudio-metallo/">Minima&Moralia</a><br /></p><p style="background-position: 0px 0px; border: 0px; caret-color: rgb(85, 85, 85); color: #555555; font-family: "Cormorant Garamond", sans-serif; font-size: 19px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="https://www.dire.it/02-07-2021/650353-i-racconti-noir-di-claudio-metallo-tra-calcio-furti-darte-e-lotta-di-classe/">Agenzia DiRE</a><br /></p>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-27369342957038039162020-07-09T00:00:00.000-07:002020-07-09T00:00:40.521-07:00TUTTI SONO UN NUMERO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-BqtA2fLV7uY/XwbAkEAVnkI/AAAAAAAAARU/WI_cF6VQIvoLrO76MBHV2LC_YGdWooJdQCLcBGAsYHQ/s1600/Segnalibri.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1050" data-original-width="300" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-BqtA2fLV7uY/XwbAkEAVnkI/AAAAAAAAARU/WI_cF6VQIvoLrO76MBHV2LC_YGdWooJdQCLcBGAsYHQ/s320/Segnalibri.png" width="91" /></a></div>
<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-2976278931844101742019-11-16T11:25:00.001-08:002019-11-16T11:25:35.476-08:00La grande Ungheria di Puskas, il mondiale del 1954 e i crocevia della storia.<div style="font-family: Helvetica; font-size: 24px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
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<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal;">
di Claudio Metallo</div>
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<span style="text-align: justify;">Nel novembre del 1945 si tennnero le prime elezioni democratiche in Ungheria, sotto la stretta osservazione del maresciallo sovietico Vorosilov. Vinse il Partito dei Piccoli Proprietari Terrieri, ma la cosa non andò bene ai compagni russi, e poi l’Europa era già stata divisa tra Occidente e Oriente, senza che nessun europeo dell’ovest o dell’est avesse potuto dire una parola. Il destino dell’Ungheria era quindi segnato. Il 18 agosto del 1949 nacque la Repubblica Popolare d’Ungheria. Tra i vari cambiamenti che questa scelta comportò, nessuna squadra di calcio avrebbe potuto essere essere privata, ma avrebbe dovuto essere legata all’esercito, alla polizia, a un’associazione studentesca o simili. </span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 22px;">
<span style="text-align: justify;">Nella storia di tutti i regimi, democratici e non, ad un certo punto sbuca qualcuno che pensa che il calcio possa essere un volano di propaganda per il nuovo corso. Nella</span><span style="text-align: justify;"> </span><span style="text-align: justify;">storia magiara quel uomo fu Gusztav Sebes, che oltre ad essere un comunista che credeva nella causa, era un grandissimo appassionato di calcio. Decise di formare una nazionale fortissima sul modello di quella italiana. All’epoca gli azzurri avevano vinto due mondiali e la squadra più forte del mondo era considerata il Grande Torino. La sua idea era quella di far giocare i più forti giocatori ungheresi nella stessa squadra di club, in maniera tale da poter oleare perfettamente tutti i meccanismi necessari a creare una team vincente. “Quale squadra può diventare il nostro Grande Torino?” si domandò Sebes.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
L’MTK era diventata di proprietà della polizia segreta del regime, AVH, e quelli era meglio lasciarli perdere. C’era il Ferencvaros. Eh no, quelli erano la squadra della borghesia ungherese che avevano avuto in gran simpatia i nazisti della Croce di Ferro, alleati di Hitler. Sebes decise di puntare su un club che aveva già dei buoni giocatori, ma che nasceva in un quartiere operaio, il Kispest. In quel club aveva esordito giovanissimo Ferenc Puskas. Alla squadra venne cambiato nome in Honved che significa difensore della patria, in onore dell’esercito che ne diventò proprietario. In poche mosse, sono state gettate le basi per la costruzione della Grande Ungheria, l’Aranycsapat. La squadra d’oro.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 22px; text-align: justify;">
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<img alt="Golden_Team_1953.jpg" src="blob:https://www.blogger.com/eda823bd-3adb-4b3e-9ab6-704d462d782e" /></div>
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Nell’Honved giocavano Lorant, Hidegkuti, Kocsis, Czibor, Grosics e soprattutto Ferenc Puskas.</div>
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Puskas in carriera segnerà 1156 reti gol più, gol meno. Era l’uomo che poteva cambiare le partite, sbagliava un rigore e poi faceva una doppietta. Palleggiava come Maradona, o meglio, Maradona palleggiava come Puskas. Nel 1952, a Helsinki, l’Ungheria ottenne la sua più grande vittoria calcistica: la medaglia d’oro all’Olimpiadi. Gli inglesi avevano l’abitudine di non partecipare alle grandi competizioni internazionali, ma invitavano la squadra che aveva vinto il trofeo più importante a giocare a Wembley. Di solito vincevano facile e quindi potevano continuare a millantare di essere i più forti. Quella volta, però, non gli andò benissimo. Finale di partita 6-3 per gli ungheresi, 35 tiri in porta contro 5. Puskas fu il re della partita e confezionò una delle giocate più belle di sempre. Arrivò in area, fece sdraiare un difensore inglese con un finta e in un millesimo di secondo infilò la palla sul primo palo. Un gol incredibile che il telecronista inglese definì ‘A lovely gol!”, con invidiabile self-control. In realtà quel gol avrebbe dovuto essere festeggiato dal più lungo urlo alla sudamericana sostenibile da essere umano, prolungato finché il pallone non avresse toccato il dischetto del centrocampo.</div>
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https://www.youtube.com/watch?v=-hJk3pFDbsA</div>
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Con delle premesse così, il titolo mondiale del 1954 non potrà che essere degli ungheresi, anche perché non ci saranno grandi avversari. L’Italia non s’era ancora ripresa dalla tragedia di Superga, il Brasile era ancora frastornato dal Marcanazo. C’era l’Uruguay, campione in carica, che era una grande squadra e, forse, la Jugoslavia. L’Ungheria nel suo girone trovò la Corea del Sud e la Germania Ovest. Nella prima partita i coreani imbarcarono nove gol e non ne segnarono nessuna. Con i tedeschi dell’ovest, la partita finisce 8-3. In quella stessa partita, i crucchi che stavano sempre a lamentarsi delle scorrettezze degli altri, decisero che il giocatore più forte dell’Ungheria, Puskas, debba essere eliminato. Una roba del genere è degna del derby tra SCHIAPP e Ghiandineddese del film con Franco e Ciccio ‘I due maghi del pallone’. Nel film la dirigenza (Sic!) della Ghiandineddese decide che il loro stopper, Petruzzu, deve <i>ciaccare</i> Tonino, il giocatore più forte della SCHIAPP. La stessa cosa avviene tra Ungheria-Germania. Puskas, come al solito, saltava quasi tutti i giocatori tedeschi più volte. L’allenatore tedesco gli aveva messo addosso tale Liebrich. Lo sportivissimo teutonico, a un certo punto del match, andò addosso al giocatore dell’Honved che lo saltò come un birillo, quando decoubertinianamente, il tedesco gli assestò un calcione sulla caviglia che per poco non andava in frantumi. Ferenc Puskas uscì zoppicando dal campo e probabilmente il suo mondiale, di fatto, è finito lì. </div>
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Germania e Ungheria, comunque, passarono ai quarti. L’Aranycsapat affrontò il Brasile, in una partita che passerà alla storia come la <i>Battaglia di Berna</i>. I brasiliani sapevano di essere inferiori agli ungheresi e appena presero il secondo gol cominciarono a picchiare come fabbri sovietici in un’acciaieria portata al massimo della produzione in onore della NEP. Sul campo volarono mazzate, addirittura un fotografo brasiliano tirò un pugno un poliziotto svizzero e poi scappò via protetto dal portiere verde-oro. Alla fine della partita Puskas prese di petto Pinheiro, il difensore centrale del Brasile, e gli si mise a urlare contro in ungherese, probabilmente la lingua più imperscrutabile di tutto l’occidente. Il brasiliano conosceva solo il suo idioma, ma cominciò a urlare anche lui.. La leggenda vuole che Puskas prese una bottiglia e la schiattò in testa al difensore:</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
“Questa fa male quasi quanto i tacchetti delle vostre scarpe!”</div>
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In quel momento scoppiò una rissa furibonda tra brasiliani, ungheresi, poliziotti svizzeri, fotografi e giornalisti. Calcio di altri tempi.</div>
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Gli ungheresi affrontano in semifinale il grande Uruguay di Varela e El Futbol Schiaffino.</div>
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Per Gianni Brera quella partita “<span style="font-kerning: none;">rappresentò ai miei occhi il vertice tecnico-agonistico del gioco per me più bello del mondo.”</span></div>
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<span style="font-kerning: none;">La partita finì 4-2 per i magiari dopo i tempi supplementari. Hidegkuti e compagni andarono in vantaggio per due a zero, vennero ripresi dagli urguayani e dopo altri trenta minuti di grandissimo calcio il risultato finale li vedi battuti ed eliminati.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 22px; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;"></span><br /></div>
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<span style="font-kerning: none;">https://www.youtube.com/watch?v=FrW6bpNrmXQ</span></div>
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<span style="font-kerning: none;"></span><br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;">La finale del campionato del mondo si giocò a Berna il 4 luglio del 1954. Di fronte Ungheria e Germania Ovest. Puskas non stava benissimo, ma Sebes decise di farlo giocare comunque. Dopo sei minuti, segnò il primo gol per la sua squadra. All’ottavo minuto segnò anche Czibor. 2-0 per i magiari. I tedeschi, però, correvano come dannati e l’Ungheria aveva appena giocato una partita epica di 120 minuti contro i campioni del mondo in carica. Al 18° del primo tempo, la partita è di nuovo in parità. I tedeschi riuscirono a pareggiare, ma da quel momento in poi non vedranno più la palla. Puskas e compagni presero un palo e una traversa. I tedeschi salvarono almeno una palla gol sulla linea di porta e il portiere tedesco tirò fuori dalla rete almeno due palloni. Sul finale della partita, gli ungheresi cominciarono a essere spompati mentre i tedeschi continuavano a correre come dannati. All’84° Rahan infilò il 3-2 per i crucchi. Un’altra squadra avrebbe gettato la spugna, ma l’Aranycsapat ricominciò a creare calcio e all’88°, Ferenc Puskas, zoppicante, infilò il gol del 3-3. Il pubblico svizzero che tifava assolutamente per gli ungheresi scoppiò di gioia, ma mentre il pallone veniva riposizionato al centro del campo, l’arbitro e il guardalinee decisero di annullare il gol. Una cosa mai vista, almeno senza il VAR. Czibor ebbe ancora una palla gol, ma non riuscì a buttarla dentro. L’arbitro fischiò la fine della partita, che si configurò già all’epoca come uno dei più grandi furti nella storia del calcio. I giocatori tedeschi che avevano sfoggiato un’incredibile tenuta atletica sotto una pioggia scrosciante di acqua e di fischi si presero la Coppa Rimet. Puskas andò anche a stringere la mano al capitano tedesco, con un gesto di grande sportività. Forse proprio in quel momento il giocatore tedesco sentì una fitta tra reni e fegato. Che stava succedendo? Niente di che, quasi tutta la squadra neocampione del mondo venne ricoverata d’urgenza in ospedale: itterizia infettiva. Non è che i tedeschi per vincere si siano drogati come il cavallo di un boss della mala che vuole vincere il County Derby? Parrebbe proprio di si. Di quella nazionale per circa un anno, nessun giocatore calcò un campo di calcio. Ci furono infortuni, convalescenze, malattie, problemi fisici di vario genere. La rifondazione del calcio tedesco nasce da questo episodio triste, da nascondere sotto il tappeto della storia.</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 22px; text-align: justify;">
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<span style="font-kerning: none;">Ma c’è ancora tempo per <i>La squadra d’oro</i>, no? No, perché a questo punto della nostra storia arrivò la <i>Storia</i>, quella con la <i>S</i> maiuscola. Nel 1952 ci ha lasciato Iosif Vissarionivic Dzugasvili, conosciuto come Koba prima e per il resto delle vicissitudini dell’umanità sulla terra come Stalin. Dopo quattro anni e una dura lotta per il potere interno all’Unione Sovietica, Nikita Chruscev (<i>italianizzato</i> in Krusciov) diventò segretario del PCUS. Durante il XX° congresso del Partito Comunista Sovietico, cominciò la destalinizzazione. Vennero messi alla luce tutti i crimini commessi da Stalin durante il suo <i>regno</i>. </span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;">La lotta per il potere tra Trotskij e Stalin era basata su due idee diverse di sviluppo dell’Unione Sovietica. Trotskij voleva che il socialismo sovietico aiutasse le lotte operaie di tutta Europa e che il socialismo in un solo paese sarebbe stato irrealizzabile. Questo implicava anche una Rivoluzione Permanente e l’implementazione del potere dei Soviet. Stalin guardava a Oriente e per lui lo sviluppo del socialismo in un solo paese era possibile, a patto di creare un grande apparato burocratico che avrebbe gestito ogni attività dello Stato. Sappiamo com’è andata. Pare che i burocrati più stronzi fuoriusciti dallo stanilismo fossero quelli del partito ungherese. La politica sovietica di destalinizzazione si tradusse tra operai e studenti magiari in un assioma preciso: ”Qui hanno governato e governano gli stalinisti e non ci piacciono proprio. Se Mosca se ne libera, possiamo farlo anche noi.”</span></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 18px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="font-kerning: none;">Il 23 ottobre del 1956 iniziò una rivolta o rivoluzione che partì proprio dagli studenti e poi si propagò tra gli operai. All’inizio il governo ungherese sembrò essere accondiscendente con i manifestanti, ma ben presto si cominciò a combattere strada per strada, palazzo per palazzo. L’11 novembre del ’56 il sogno di un socialismo diverso venne spezzato dai carro armati russi. E Puskas e compagni? Ferenc venne addirittura dato per morto negli scontri tra i rivoluzionari, invasori russi e AVH. L’Honved in quei giorni era partita per giocare in Coppa dei Campioni con l’Atletico Bilbao. Venne eliminata, ma molti dei giocatori decisero di rimanere nell’Europa occidentale. Puskas venne squalificato per due anni, si trasferì in Italia insieme alla moglie e alla figlia che attraversarono il confine tra Ungheria e Austria rischiando la pelle. Il campione ungherese cercò di allenarsi e giocò anche una partita tra il Signa e l’Empoli, in cui il portiere empolese gli parò qualsiasi cosa tra le bestemmie contenute del magiaro. La Squadra d’oro era ormai un lontano ricordo e con lei il calcio ungherese che è tutt’ora in attesa di una riscossa. Ferenc Puskas fece ancora in tempo a vincere qualsiasi cosa con il Real Madrid diventando idolo dei tifosi e grande amico di Di Stefano. Con i Blancos gioca dall’età di trentuno anni fino a trentotto. Una forza della natura a cui è mancata la consacrazione del titolo mondiale per colpa dei tedeschi e della loro scorrettezza, ma anche della storia travagliata della sua Ungheria e di quel pezzo di novecento dell’Europa Orientale.</span></div>
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kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-55072661911929095102019-10-28T06:33:00.000-07:002019-10-28T06:33:13.746-07:00L’eterno incompiuto. Partizan Belgrado-Real Madrid del 1955.<div style="font-family: Helvetica; font-size: 25px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
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di Claudio Metallo</div>
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Winston Churchill disse dei Balcani che ‘producono più storia di quanto ne riescano a digerire.’ Probabilmente non aveva tutti i torti. Nell’ex Jugoslavia convivevano diversi popoli e religioni. Dopo la seconda guerra mondiale, prese le redini dello Stato Josip Broz, detto Tito.</div>
<a name='more'></a> Nato a Kumrovec in zona croata al confine con la Slovenia, diventa il capofila dei paesi che, pur essendo comunisti, non sono allineati con Mosca. Josip Broz aderisce giovanissimo al partito social-democratico della Croazia. Viene richiamato in guerra e fatto prigioniero sugli Urali dove, insieme ad alcuni compagni, prende in mano il carcere alla vigilia della Rivoluzione Russa del febbraio 1917. Diventa operaio e membro del partito comunista russo, poi entra nell’Armata Rossa. Ritorna in patria e fonda il partito comunista slavo, diventando il capo della resistenza antinazifascista. I fascisti nel periodo di occupazione dell’ex Jugoslavia trucidarono circa centomila persone per stanare i partigiani. Terribili furono i campi di concentramento organizzati dagli italiani come Kampor, così come i massacri tra cui quello di Podhum in Slovenia: 120 morti fucilati senza motivo.<br />
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Nonostante la disparità di forze, Tito e i suoi partigiani rompono il culo ai nazifascisti e fondano il socialismo in Jugoslavia. Un socialismo diverso, nel quale ad esempio gli operai partecipano ai profitti delle fabbriche di Stato, cosa insolita anche per un paese comunista, non si chiude del tutto all’economia privata e in seguito verrà varata la così detta legge sull’autogestione che andrebbe studiata con grande attenzione. Un’altra cosa si può aggiungere alla sua già discreta biografia: Tito è l’unico leader comunista che sfida Stalin durante il Kominform del 1948. Il vecchio Koba vuole cieca obbedienza da tutti i paesi e partiti comunisti del mondo, mentre Tito gli dice che non ha combattuto con i nazifascisti per regalare il paese ai suoi baffoni! Inoltre il buon maresciallo è stato anche scomunicato dal Papa nell’ottobre del 1946. Non ha paura né degli uomini né di Dio. Tito è la persona giusta per tenere insieme dei popoli che vivono sullo stesso territorio, ma hanno molte differenze. In quegli anni viene coniata la filastrocca:”Sei Stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito.”</div>
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Qualcuno all’interno dell’entourage del nuovo capo di Stato decide di riprendere in mano il calcio, perché si sa che lo sport può essere uno straordinario strumento di propaganda, distrazione di massa, ma anche di coesione e sfogo. E poi ovunque sia passato uno stramaledetto inglese si è impiantato il seme del calcio, dal Rio de la Plata fino a Danubio. E infine il calcio in Jugoslavia ha già attecchito bene: una rappresentativa di calcio Jugoslava aveva già partecipato ai giochi olimpici del ’20, del ’24 e del ’28.</div>
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Con l’avvento del socialismo le squadre di calcio vengono rifondate, anche se la prima divisione jugoslava manterrà lo stesso nome <i>Prva Liga</i>. Alle squadre non viene impedito di avere un forte attaccamento alle proprie radici territoriali. Le due squadre serbe più importanti infatti sono il Partizan Belgrado, che diventa la squadra di riferimento dei partigiani che hanno combattuto contro i nazifascisti, e la Stella Rossa, fondata dagli studenti dell’università di Belgrado nel 1945 e in cui confluiscono l’SK Jugoslavija e il BSK Belgrado.</div>
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Poi ci sono le due squadre croate: Dinamo Zagabria, fondata anch’essa nel 1945, e l’Hajduk Spalato, la più antica formazione dei balcani, fondata a Praga (quando la città faceva ancora parte della Crozia sotto l’Impero Austroungarico). Con rarissime eccezioni saranno queste quattro squadre a contendersi i campionati dal 1945 al 1992, l’anno della dissoluzione della Jugoslavia.</div>
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Mentre Tito fonda e dirige il Movimento dei Paesi non Allineati (all’URSS), viene indetta e giocata la prima Coppa dei Campioni. È un esperimento nuovo, voluto dai francesi dell’Equipe con lo zampino di Santiago Bernabeu, il potentissimo presidente del Real Madrid che, a mio modestissimo parere, è uno degli uomini a cui si deve la brutale commercializzazione del calcio e la totale mercificazione delle squadre e dei calciatori. Tacendo sul fatto che il suo collegamento con il regime franchista fa del suo Real l’ambasciatore della Spagna in Europa, anche grazie alla fondazione della Coppa dalle grandi orecchie.</div>
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La prima partita della moderna Coppa Campioni viene giocata tra Sporting Lisbona e Partizan Belgrado allo Estadio Nacional il 4 settembre del 1955, alle ore 17. Sono ottavi di finale con andata e ritorno. La prima partita è una battaglia. 3-3 sulla città del Tago e di Pessoa. Le cronache raccontano del vantaggio dei padroni di casa e poi un continuo susseguirsi di azioni e gol nel bel mezzo di un ventosissimo pomeriggio tipico <i>de Lisboa</i>. In riva al Sava, nella città di Andric, la situazione cambia notevolmente, il risultato finale è 5-2! Milos Milutinovic, fratello del più famoso Bora, è il giocatore più forte del Partizan: doppietta a Lisbona e quaterna a Belgrado! Ovviamente è stato il primo uomo a compiere l’impresa in Champion’s. </div>
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Dopo aver passato il turno c’è il sorteggio. É qui la storia comincia a prendere una piega diversa. Immaginiamo un calcio agli albori, i campi di mezza Europa sono spesso senza tribune, pochi giocatori sono professionisti e spesso le squadre di calcio sono delle polisportive portate avanti da studenti o operai. In mezzo a tutto questo arriva il Real Madrid di Santiago Bernabeu che compra qualsiasi giocatore forte o fortissimo incontra sulla sua strada. Nel 1954 si era assicurato direttamente dal River Plate <i>la saeta rubia</i> Alfredo Di Stefano, quello che viene considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Tre anni più tardi avrebbe acquistato uno dei dieci giocatori più forti della storia, Ferenc Puskas. Il Real Madrid è uguale alla squadra che conosciamo oggi: una <i>fraccata</i> di soldi per comprare chi vuole, grandi appoggi nelle alte sfere del calcio (leggi: aiuti arbitrali) e una squadra di fuoriclasse. Dalle stramaledette urne del sorteggio il Partizan Belgrado becca proprio i Blancos. Eh vabbè, questi non li puoi battere! Invece, nello stadio di Madrid che verrà intitolato proprio al grande <i>Pres</i>, le cose non vanno così lisce. Eppure la partita finisce 4-0! Si, però in mezzo ci sta almeno un fallo sul portiere slavo da cui viene fuori uno dei gol e poi al Partizan ne annullano due! Dico due! Come direbbe il buon vecchio Chiellini:”You pay! You pay!”</div>
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Real Madrid-Partizan 4:0</div>
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https://www.youtube.com/watch?v=SQ5oF1krD4k </div>
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È andata così, la favola del Partizan di Belgrado finisce a Madrid. Ma agli slavi non va proprio di rimediare una figuraccia anche in casa. Il ritorno è 29 gennaio 1956. Lo stadio del Partizan è una lastra di ghiaccio! Ci si potrebbe pattinare sopra. I dirigenti della squadra di casa chiedono molto sportivamente:”La giochiamo oggi? Perché se volete facciamo arrivare il sale e in un paio di giorni il campo e sgombro.”</div>
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I madridisti si guardano quasi ridendo, hanno vinto 4-0 all’andata, figurati se su un campo del genere si riesce a giocare decentemente. Hanno la qualificazione in pugno:”No, figuratevi fratelli slavi! Giochiamo, non c’è nessun problema.”</div>
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Milos Milutinovic, che sarà il capocannoniere della Coppa, segna quasi subito. Juan Alonso Adelarpe, portiere del Real, si rialza da terra. Vicino a lui i giocatori del Partizan festeggiano compostamente e poi si dirigono verso il centro del campo. C’è una strana puzza nell’aria, Adelarpe non riesce a capire, ma al secondo pallone che raccoglie in rete si rende conto di tutto:</div>
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“Concha de tu madre! Hanno le scarpe piene di benzina.”</div>
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Gli slavi hanno intinto le scarpe nella benzina e così i tacchetti fanno presa perfettamente sul terreno.</div>
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Il Partizan ce la mette tutta, ma non riesce a superare per quattro volte di seguito il portiere spagnolo. La partita finisce 3-0, che è una grande vittoria, ma è la sintesi perfetta del calcio slavo, sempre ad un passo dal paradiso! Quel Real Madrid vincerà, spesso con grossi aiuti arbitrali, cinque Coppe dei Campioni di fila, ma se in quella lastra di ghiaccio di Belgrado avesse preso il quarto gol, forse oggi racconteremo un’altra storia.</div>
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Partizan-Real Madrid 3:0</div>
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https://www.youtube.com/watch?v=-fv1MwcHYR8</div>
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La storia del calcio jugoslava si conclude tragicamente con l’esclusione dall’Europeo del 1992, dopo svariati argenti alle olimpiadi e un oro a Roma nel ’60. I <i>blavi</i> hanno avuto grandi nazionali capaci di vincere contro chiunque e di perdere contro chiunque. Hanno espresso generazioni intere di fuoriclasse senza essersi mai seduto al banchetto buono. Il movimento calcistico è sembrato riprendersi a fine anni ’90. La Stella Rossa che vince la Coppa dei Campioni in una incredibile finale con l’Olympique Marsiglia finita ai rigori e giocata a Bari (sì, altri tempi). Ma proprio a cavallo tra il 1991 e il 1992 salta tutto e inizia una terribile guerra civile, in cui si svolge una delle pulizie etniche più violente che la seconda metà del novecento ricordi: quella contro i musulmani nei balcani.</div>
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Per una straziante bizzarria della storia, uno degli eventi che segna il punto di non ritorno per la Jugoslavia è una stramaledetta partita di calcio tra una squadra croata e una serba. Slobodan Milosevic andrà a pescare nella curva della Stella Rossa per creare le sue milizie paramilitari e dei capi più spietati di esse sarà la tigre Arkan, al secolo Zeljko Raznatovic, uno dei terribili assassini dell’esercito di criminali che realizzò la pulizia etnica in tutta l’ex Jugoslavia. E pensate che in Italia c’è pure un allenatore che ne rivendica l’amicizia.</div>
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Questa è una triste storia di un giocattolo meraviglioso che ha visto nascere, crescere e giocare Milutinovic, Dzajic, Savicevic e tanti altri campioni, ma forse ha prodotto più calcio di quanto ne è riuscito a digerire.</div>
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kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-15033208087962269932019-07-22T04:42:00.002-07:002019-08-31T04:49:54.379-07:00Brutti, sporchi e cattivi-Storie di poco conto<div style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
<span style="color: white;">'Brutti, sporchi e cattivi-storie di poco conto' la prima (e unica) webseries delle Telestreet, prodotta nel 2002 a Bologna, verrà ritrasmessa integralmente (42 puntate) sul sito di Jacopo Fo People for Planet!</span></div>
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<div style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
<span style="color: white;">Ecco tutte le info: <a data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?q=https://www.peopleforplanet.it/brutti-sporchi-e-cattivi-prima-puntata/?fbclid%3DIwAR0bbHLNQ6YDTYTSkWevZe2gJnJQ6MkMR_My9F2omF4F1PTPBAQn8qly3Sw&source=gmail&ust=1563882061588000&usg=AFQjCNGnOJPMTZuywTexlYhDJ1ihIF886w" href="https://www.peopleforplanet.it/brutti-sporchi-e-cattivi-prima-puntata/?fbclid=IwAR0bbHLNQ6YDTYTSkWevZe2gJnJQ6MkMR_My9F2omF4F1PTPBAQn8qly3Sw" style="color: #1155cc;" target="_blank">https://www.<wbr></wbr>peopleforplanet.it/brutti-<wbr></wbr>sporchi-e-cattivi-prima-<wbr></wbr>puntata/?fbclid=<wbr></wbr>IwAR0bbHLNQ6YDTYTSkWevZe2gJnJQ<wbr></wbr>6MkMR_<wbr></wbr>My9F2omF4F1PTPBAQn8qly3Sw</a></span></div>
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<div style="font-family: arial, helvetica, sans-serif;">
<span style="color: white;">Buona visione</span></div>
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<div style="caret-color: rgb(34, 34, 34); color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
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kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-75719042764347432822019-06-15T04:03:00.001-07:002019-06-20T02:23:05.000-07:00I tre nemici di Maradona al Mondiale del 1986. <div style="font-family: Helvetica; font-size: 22px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
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<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
di Claudio Metallo</div>
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“Apparsi in televisione, in bianco e nero, più nero che bianco, dicendo: </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
- Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincere…</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
La frase proseguiva, ma qualcuno la tagliò così e tutti pensarono mi riferissi a diventare campione del mondo. Ma in verità io stavo parlando di diventare campione nell’ottava divisione, con i miei compagni, i miei amici.”</div>
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Diego Armando Maradona</div>
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<a href="https://www.youtube.com/watch?v=Ee2On4lZ3e4">https://www.youtube.com/watch?v=Ee2On4lZ3e4</a></div>
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IL PRIMO NEMICO: PASSARELLA</div>
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Il mondiale del 1986 è la più grande vittoria del più grande giocatore del mondo: Diego Armando Maradona.</div>
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Maradona è stato dato per morto in moltissime occasioni, anche prima di quel mondiale. Non era stato convocato al Mondiale della Vergogna del ’78 e al Mundial del 1982, per sua stessa ammissione, era arrivato scarico. Messico ’86 è stato il suo riscatto sportivo. Un mondiale vinto tutto da solo, dicono i maligni.</div>
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Il tecnico della <i>seleccion</i>, Carlos Bilardo, non era molto simpatico a Raul Alfonsìn, presidente argentino nonché massone dichiarato, e da Licio Gelli in poi la massoneria ha avuto il suo peso, in Argentina così come in Italia. Alfonsìn, politico navigato, era stato richiamato in servizio per rimettere insieme i pezzi di un paese che veniva da un schifosissima, vigliacca e sanguinaria dittatura e da una disastrosa guerra contro la Gran Bretagna, quella delle Malvinas. Diego avrebbe poi raccontato che i dirigenti dell’AFA lo telefonarono per dirgli che Bilardo stava per essere estromesso a favore di Carlos Menotti. Lui si oppose: "se non ci sarà Bilardo, allora non ci sarò neanche io", fu la sua risposta.</div>
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Sebbene la parola di Diego avesse chiuso la partita, lo spogliatoio della nazionale era diviso tra <i>menottisti </i>e <i>bilardisti</i>. Il capo dei sostenitori di Menotti era Daniel Passarella, capitano vincitore di quella schifezza che fu il mondiale del ’78. Bilardo giusto per non esacerbare gli animi, gli tolse la fascia da capitano per assegnarla a Maradona. Durante una delle molte riunioni dei giocatori della nazionale, Passarella accusò Maradona ed altri di essere dei <i>ribelli del cazzo</i>. “Sei un drogato e fai girare la droga tra i ragazzi!” Maradona s’incazzò di brutto, anche perché era un periodo in cui era completamente pulito - o quasi - e comunque sentirsi dare dello spacciatore non è una bella cosa. D10S chiese una riunione di chiarimento col resto della squadra, e lui e Passarella si scannarono alla grande.</div>
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Diego tirò fuori la storia che il <i>kaiser</i> andava a letto con la compagna di un altro calciatore argentino e poi se ne vantava nello spogliatoio della Fiorentina. Eraldo Pecci, bandiera della Viola, l’aveva raccontato al giocatore del Napoli dicendogli che Passarella era un vero stronzo! In un’altra riunione, venne fuori il problema delle telefonate. In ritiro, ognuno aveva diritto a usare il telefono, i giocatori avevano deciso che si sarebbero divisi il conto. Passarella, che era il più ricco giocatore argentino dell’epoca, aveva fatto un botto di telefonate in giro per il mondo, ma al momento di pagare il conto di migliaia di pesos aveva fatto finta di niente. Il Tata Brown, all’epoca, non aveva neanche una squadra. Era senza lavoro e si alzò per insultarlo. Erano tutti incazzati con lui, addirittura il compassato centravanti intellettuale, Jorge Valdano, gli urlò: ”Sei una merda!”</div>
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Dopo questo ennesimo episodio, Daniel El Caudillo Passarella fu colto da un’improvvisa diarrea che lo tenne lontano dal campo, finché un problema al ginocchio lo spedì ad Acapulco per una bella vacanza riabilitativa, mentre i suoi compagni si accingevano a vincere il primo vero mondiale della nazionale argentina.</div>
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Fatto fuori il suo primo nemico, Diego Armando Maradona si mise a pensare solo al mondiale. Voleva vincerlo. Aveva lottato per averlo, aveva costretto il Napoli e la Lega Calcio a dargli tutti i permessi per giocare le qualificazioni sudamericane. Questo diritto se l’era conquistato a furia di conferenze stampa, prese di posizione, ma anche grandissime prestazioni in campo con cui si faceva perdonare tutto.</div>
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IL SECONDO NEMICO: SHILTON</div>
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L’Argentina guidata da Diego passa i gironi abbastanza tranquillamente. C’è un grande gruppo costruito intorno a un grande campione. Anche i suoi compagni più scarsi cercano di dare 300% delle loro possibilità per dare una mano, per vincere la coppa e alzarla in cielo!</div>
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La storia, il destino o un bussolotto del sorteggio riscaldato mettono di fronte ai quarti di finale Argentina-Inghilterra. Ecco il secondo nemico di Maradona in quel mondiale: gli stramaledetti inglesi! Quando Diego entrò in campo, dietro non aveva solo altri dieci giocatori, ma tutto il popolo argentino. Sì, perché qualche anno prima, il 2 aprile del 1982, il generale e capo di stato argentino Galtieri aveva deciso di usare come arma di distrazione di massa l’invasione delle isole Malvinas, un residuo coloniale del Regno Unito in terra latinoamericana. La Thatcher, primo ministro britannico, decise di rispondere a quell’occupazione inviando le truppe britanniche, avviando una guerra che si poteva evitare. In 74 giorni di conflitto, morirono circa 800 persone, tra cui 649 argentini. Una bruttissima storia per tutte le parti in causa, ma per gli argentini quella sconfitta resta bruciante, e non certo come onta militare. Piuttosto, l'operazione distrusse qualsiasi credibilità ai generali della dittatura che aveva governato il paese negli ultimi sei anni, costringendoli poi a ricorrere al vecchio Alfonsìn. Eppure, molti in Argentina e in altre parti del mondo ritengono che la risposta della Thatcher avrebbe dovuto essere diplomatica, e non armata. La lady di ferro sapeva benissimo che il potente esercito britannico avrebbe sbaragliato quello argentino, uccidendo parecchi ragazzi mandati al massacro da una banda di imbecilli criminali. Invece preferì ragionare anche lei come un dittatoruncolo qualsiasi. Non so se ci potevamo aspettare qualcosa di diverso, da una donna che ha distrutto qualsiasi diritto sociale nel suo paese.</div>
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Argentina-Inghilterra è una partita nota a tutti. Maradona fregò il portiere inglese Shilton con il famoso gol di mano, <i>la mano de dios</i>! “Ho segnato con la testa di Maradona e la mano di dio!” dichiarerà Diego. Shilton fece il diavolo a quattro, mostrando a tutto lo stadio la sua manona guantata, ma nessuno notò il tocco di Maradona, e via 1-0. Sempre <i>el pibe de oro</i> ha raccontato che Bilardo aveva ordinato ai giocatori di non farsi tutto il campo correndo per festeggiare un gol. “Hijos, siamo a duemila metri, se facciamo tre gol a fine partita siamo morti!” Leggenda vuole che l’allenatore passasse per le camere dei giocatori con un carrello pieno di panini, maionese, salsicce e altro cibo, perché secondo lui bisognava mangiare per correre a quelle altitudini. Maradona segnò il gol di mano e cominciò a esultare come un folle chiamando i suoi compagni a raccolta. “Che facciamo andiamo o no?” si chiedevano. Diego se li trascinò, poiché temeva che se non avessero festeggiato come pazzi l’arbitro avrebbe potuto annullare il gol! Per fortuna questo non succede, e l’Argentina va in vantaggio.</div>
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Forse anche il telecronista della partita, Victor Hugo Morales, aveva visto la mano di Diego sul primo gol, visto che esultò urlando ‘…<i>para que el pais sea un puño apretado gritando por Argentina!</i>’</div>
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Il due a zero agli inglesi è il capolavoro che tutti conoscono. El Negro Henrique - tecnicamente - è autore dell’assist più facile della storia del calcio per il gol più straordinario del football! É proprio lui che passa la palla al <i>diez</i> che inizia la sua incredibile cavalcata verso la porta <i>ingles</i>. Maradona nel suo libro ‘La mano di Dio’ sul mondiale messicano, inizia il capitolo in cui parla del gol così:”La giocata nasce qui, dal passaggio di Henrique. Sì, a parte gli scherzi, il passaggio del <i>Negro</i> fu fondamentale. Cosa sarebbe successo se l’avessero intercettato?” </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
Qui sta tutto il rapporto di Maradona con i suoi compagni. Sappiamo tutti che il gol lo avrebbe potuto segnare solo lui, in quel modo, contro gli inglesi, in quel contesto storico! Lui, però, pensa al compagno che gli ha passato la palla nella parte di campo dell’albiceleste.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
Il secondo gol di Maradona è una leggenda, non c’è bisogno di parlarne oltre. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
Io ho anche usato per il book trailer del mio primo romanzo (così il mio editore è contento) la telecronaca di Morales:</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
https://vimeo.com/128279521</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
E poi c’è la straordinaria telecronaca di Victor Hugo Morales, che tra l’altro è urguayano d’origine:</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
https://www.youtube.com/watch?v=Cd8G1Wuglbs</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
IL TERZO NEMICO: MATTHAUS</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
Per descrivere Argentina-Inghilterra basta (e ci mancherebbe) questo! La partita è finita 2-1, ma chi si ricorda del gol inglese?</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
La semifinale con il Belgio è, quasi, una passeggiata. Doppietta di Maradona e tornatevene al Grand Place! Anche se quella è forse la più forte squadra belga mai arrivata a un mondiale, prima di Russia 2018.</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
La finale si giocò all’Azteca contro la Germania Ovest, domenica 29 giugno 1986. I tedeschi, come al solito, erano tosti! Ed erano allenati da uno dei personaggi più antipatici del calcio mondiale: Franz Beckenbauer, un campione che ha giocato la semifinale del 1970 contro l’Italia con una spalla fuori uso. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
Qui sta la differenza tra Diego e Franz. Quest’ultimo neanche dopo una partita epica ha un posto nel cuore degli amanti del calcio, mentre Maradona nonostante Maradona è un mito! Il <i>kaiser</i> Franz si gioca l’unica carta tattica per impedire a Diego d’inventare calcio. Decide di mettere sul più forte giocatore del mondo una marcatura a uomo e sacrifica Lothar Matthaus, forse il suo miglior giocatore. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
La partita tra i due è una battaglia all’ultimo sangue. Matthaus lo marca pure negli spogliatoi, gli sta sempre incollato neanche fosse il primo appuntamento con la sua fidanzatina del liceo. Breckenbauer, da gran presuntuoso, aveva pensato che bloccare Maradona avrebbe fermato quella banda scalcinata che era, secondo lui, l’Argentina. Ed invece i ragazzi di Bilardo giocano anche da soli. Vanno addirittura sul 2-0, ma gli alemanni non mollano mai, neanche se giocassero in cinque, e riescono a pareggiare. Sul 2-2, i tedeschi hanno Mattahus, gli argentini Diego Armando Maradona. Diego tira fuori una magia che dovrebbe essere studiata a scuola insieme a Leopardi! Recupera una palla di testa a centrocampo, la scambia con un compagno e, tutto di prima, lancia Jorge Burruchaga con un passaggio perfetto in mezzo a due difensori tedeschi. Burruchaga corre, corre corre! Si possono sentire i suoi polmoni che pompano aria e il suo cuoresangue! Si può vedere tutto un paese albiceleste che lo spinge verso la porta di Schumacher. </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
“Vai Burru, vai!” </div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; text-align: justify;">
Sfreccia via sulla destra, riesce a resistere al ritorno di un calciatore crucco e infila un diagonale infuocato in fondo alla porta. 3-2! É l’83° minuto, ma l’Argentina e Maradona, Burruchaga, Valdano, el Tata Brown sono campioni del mondo! Diego dedica la vittoria a tutti i Sud del mondo, compresa la sua Napoli e poi “Tutti i ragazzi del mondo!” Come lui. Sì perché - non lo dimentichiamo mai -ha solo 25 anni ed è il re del mondo del futbol!</div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
<br /></div>
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<div style="font-family: Helvetica; font-size: 20px; font-stretch: normal; line-height: normal; min-height: 24px; text-align: justify;">
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kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-37222690027063837712018-12-12T11:11:00.005-08:002018-12-12T11:11:51.074-08:00I miei video sul sito 'People for Planet' di Jacopo FoEcco la mia pagina sul magazine online di Jacopo Fo 'People for Planet'<br />
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<a href="https://www.peopleforplanet.it/author/claudiometallo/">https://www.peopleforplanet.it/author/claudiometallo/</a><br />
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<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-45856538103945944722018-04-11T03:07:00.000-07:002018-04-11T03:07:02.820-07:00Il booktrailer di 'Vangelo di malavita'Ecco il booktrailer di <a href="http://www.casasirio.com/vangelo-di-malavita/">'Vangelo di malavita'</a>:<br />
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<a href="https://www.youtube.com/watch?v=Q1OXvunk_dg&feature=youtu.be">Vangelo booktrailer</a><br />
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-------------------kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-34576412938282621082017-11-07T06:09:00.001-08:002017-11-07T06:09:13.099-08:00L'avvelenata-cronaca di una deriva online<a href="https://archive.org/details/Lavvelenata_201710">L'avvelenata-cronaca di una deriva</a> finalmente online!!!<br />
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<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-41633300235679342962017-07-16T03:58:00.001-07:002017-07-16T03:58:46.685-07:00La pagina FB di Vangelo di malavita e Come una foglia al ventoLa pagina facebook di <a href="https://www.facebook.com/metalloclaudio/">Vangelo di malavita</a> con tutte le info, le recensioni, le foto e le presentazioni!<br />
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<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-53967202027451010402017-06-05T04:58:00.001-07:002017-06-05T04:58:20.213-07:00Nuove recensioni per 'Vangelo di malavita'Su <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/30/ndrangheta-e-dintorni-i-mafiosi-sono-esecutori-di-un-disegno-piu-grande/3612019/">Il Fatto Quotidiano</a><br />
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<a href="http://www.bandadicefali.it/2017/05/30/vangelo-di-malavita-claudio-metallo-casasirio/">Una banda di cefali</a><br />
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<a href="http://www.milanonera.com/vangelo-di-malavita/">Milano Nera</a>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-91329772382191951102017-04-28T03:47:00.002-07:002017-04-28T03:47:45.986-07:00'Vangelo di malavita' su Switch on futureUna bellissima recensione su 'Vangelo di malavita' su <a href="https://www.switchonfuture.it/blog/articoli/vangelo-di-malavita-il-secondo-romanzo-di-claudio-metallo">switchonfuture.it</a><br />
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<em style="-webkit-text-stroke-width: 0px; box-sizing: border-box; color: #1c1c1c; font-family: robotolight; font-size: 15px; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">"Vangelo di malavita</em><br />
<div class="fb-quote fb_iframe_widget" fb-iframe-plugin-query="app_id=477671022252718&container_width=834&href=https%3A%2F%2Fwww.switchonfuture.it%2Fblog%2Farticoli%2Fvangelo-di-malavita-il-secondo-romanzo-di-claudio-metallo&locale=it_IT&sdk=joey" fb-xfbml-state="rendered" style="box-sizing: border-box; display: inline-block; left: 606.5px; position: absolute; top: 983px;">
<span style="box-sizing: border-box; display: inline-block; height: 47px; position: relative; text-align: justify; vertical-align: bottom; width: 243px;"><iframe allowfullscreen="true" allowtransparency="true" class="" frameborder="0" height="1000px" name="f3522b49ec" scrolling="no" src="https://www.facebook.com/v2.6/plugins/quote.php?app_id=477671022252718&channel=https%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F87XNE1PC38r.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df2d4e69fe%26domain%3Dwww.switchonfuture.it%26origin%3Dhttps%253A%252F%252Fwww.switchonfuture.it%252Ff110f82%26relation%3Dparent.parent&container_width=834&href=https%3A%2F%2Fwww.switchonfuture.it%2Fblog%2Farticoli%2Fvangelo-di-malavita-il-secondo-romanzo-di-claudio-metallo&locale=it_IT&sdk=joey" style="border: none; box-sizing: border-box; height: 47px; position: absolute; visibility: visible; width: 243px;" title="fb:quote Facebook Social Plugin" width="1000px"></iframe></span></div>
<em style="box-sizing: border-box; color: #1c1c1c; font-family: robotolight; font-size: 15px;"></em><span style="background-color: white; color: #1c1c1c; font-family: robotolight; font-size: 15px;"> è allo stesso tempo un trattato politico, un noir, un documentario di denuncia e per molti versi un romanzo di formazione."</span>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-32182982450045927242017-04-09T02:25:00.001-07:002017-04-09T02:25:34.610-07:00'Vangelo di malavita' su GothicNetworkLa recensione di Barbara Gigliotti: <a href="http://www.gothicnetwork.org/articoli/casasirio-vangelo-di-malavita-di-metallo">GothicNetwork</a>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-90734051183474174582017-03-20T09:02:00.001-07:002017-03-20T09:02:38.984-07:00La prima recensione di 'Vangelo di malavita'Ecco lamprima rencensione di 'Vangelo di malavita' su <a href="https://convenzionali.wordpress.com/2017/03/20/vangelo-di-malavita/">Convenzionali</a>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-9121710036452209682017-03-12T04:45:00.000-07:002017-03-12T04:45:39.938-07:00Prima recensione per 'Vangelo di Malavita'La prima recensione su Amazon di <a href="http://www.casasirio.com/vangelo-di-malavita/">'Vangelo di Malavita'</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-zxBmOP1jzDY/WMU0ob-VbJI/AAAAAAAAALM/OKi83OvSv1EcpDfFZIJzVLu8zHQfgXzMwCLcB/s1600/Schermata%2B2017-03-12%2Balle%2B10.24.23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="261" src="https://1.bp.blogspot.com/-zxBmOP1jzDY/WMU0ob-VbJI/AAAAAAAAALM/OKi83OvSv1EcpDfFZIJzVLu8zHQfgXzMwCLcB/s320/Schermata%2B2017-03-12%2Balle%2B10.24.23.jpg" width="320" /></a></div>
<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-37779304054761615532017-03-03T03:52:00.003-08:002017-03-03T03:53:05.379-08:00nuovo romanzo: Vangelo di Malavita<div style="color: #232323; font-family: Arial; font-size: 13px; line-height: normal;">
<span style="background-color: white;">Ciao a tutt*</span></div>
<div style="color: #232323; font-family: Arial; font-size: 13px; line-height: normal;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-kerning: none;">vi segnalo che il 10 marzo esce </span><span style="font-kerning: none; text-decoration: underline;"><b>il mio nuovo romanzo</b></span><span style="font-kerning: none;"> sempre con CasaSirio Editore (www.casasirio.com)!</span></span></div>
<div style="color: #232323; font-family: Arial; font-size: 13px; line-height: normal;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-kerning: none;">S'intitola<a href="http://www.casasirio.com/vangelo-di-malavita/"> </a></span><span style="-webkit-font-kerning: none; font-size: 18px; line-height: normal; text-decoration: underline;"><b><a href="http://www.casasirio.com/vangelo-di-malavita/">'Vangelo di Malavita'</a></b></span></span></div>
<div style="color: #232323; font-family: Arial; font-size: 13px; line-height: normal; min-height: 15px;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-kerning: none;"></span><br /></span></div>
<span style="background-color: white;"><br /></span>
<div style="color: #232323; font-family: Arial; font-size: 13px; line-height: normal;">
<span style="background-color: white;">Qui<a href="https://issuu.com/casasirio/docs/anteprima_vangelodimalavita"> l'anteprima</a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-LlpwtL2ysDU/WLlYvOk-fyI/AAAAAAAAAK0/LDbTSFf3FEUEkBGApveN4ENcdrU2Wi-QQCLcB/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-LlpwtL2ysDU/WLlYvOk-fyI/AAAAAAAAAK0/LDbTSFf3FEUEkBGApveN4ENcdrU2Wi-QQCLcB/s320/copertina.jpg" width="216" /></a></div>
<div style="color: #232323; font-family: Arial; font-size: 13px; line-height: normal;">
<span style="font-kerning: none;"><br /></span></div>
kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-3194899053776402742016-12-20T05:12:00.001-08:002016-12-20T05:12:29.120-08:00Marano: creatori di dolcezzeIl breve trailer di Marano: creatori di dolcezze <a href="https://vimeo.com/194150313">https://vimeo.com/194150313</a>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-73785992389655395142016-10-18T03:59:00.001-07:002016-10-18T03:59:30.437-07:00'Come una foglia al vento' a La passione per il delitto 2016Il 16 ottobre ho presentato con Paolo Restuccia e Antonio Fusco 'Come una foglia al vento'<br />
nell'ambito de <a href="http://www.lapassioneperildelitto.it/sito16/programma.html">La passione per il delitto</a><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-QlauQ9ltw08/WAYAdmUYZHI/AAAAAAAAAJ8/lpGJLlipP30dMrhjDp7EtlNIYVaRIb_TACLcB/s1600/14717205_731145920369642_3034480082883479495_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-QlauQ9ltw08/WAYAdmUYZHI/AAAAAAAAAJ8/lpGJLlipP30dMrhjDp7EtlNIYVaRIb_TACLcB/s320/14717205_731145920369642_3034480082883479495_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-22619755462666930842016-07-01T06:18:00.000-07:002016-07-01T06:18:37.746-07:00'Come una foglia al vento' su Radio 105Nella puntata di BookBlister del 25 giugno su radio 105 una bella recensione di Chiara Beretta Mazzotta su 'Come una foglia al vento':<br />
<a href="http://www.bookblister.com/2016/06/25/summerbook-25-giugno-2016/">BookBlister 25 giugno</a>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-15592468403710964382016-06-08T07:00:00.002-07:002016-06-08T07:00:09.761-07:00Full Time Blues - La memoria dei sensi. Il book trailer del libro<a href="https://vimeo.com/169523934">'La memoria dei sensi'</a> un testo appassionato di Antonio Festival, tratto
dal suo libro 'Full Time Blues' (Edizioni Magmata - 2° edizione in
uscita a ottobre 2016)<br />
<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-40554463046020614582016-06-04T07:12:00.000-07:002016-06-04T07:13:02.196-07:00Aspettando il silenzio al Procida Film Festival 2016Il mio documentario 'Aspettando il silenzio' selezionato al <a href="http://www.procidafilmfestival.it/festival-news/ecco-i-primi-lavori-selezionati-per-il-procida-film-festival-2016">Procida Film Festival 2016</a><br />
<br />
<br />
kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-19331895383208571952016-05-02T06:43:00.001-07:002016-05-02T06:48:33.624-07:00Mini tour lombardo per 'Come una foglia al vento-Cocaine Bugs'Sabato 7 maggio alle 18 a Saronno, Libreria Bebook: <a href="https://www.facebook.com/events/1033673726718624/">https://www.facebook.com/events/1033673726718</a><a href="https://www.blogger.com/null">624/</a><br />
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Sabato 7 maggio alle 21 a Busto Ariszio, Circolo Gagarin:<a href="https://www.facebook.com/events/1759908610912067/"> https://www.facebook.com/events/1759908610912067/</a><br />
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Domenica 8 maggio ore 10:30 a Carugo, Libreria Libri al Sette: <a href="https://www.facebook.com/events/347139822076643/">https://www.facebook.com/events/347139822076643/</a><br />
kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-19520567276007275612016-04-30T04:42:00.002-07:002016-04-30T04:42:59.793-07:00'Come una foglia al vento-cocaine bugs' al Coffi Festival di AngriQuesta sera alle 18:30 presentazione di 'Come una foglia al vento' al Festival del Cienma COFFI-Festival<br />
Il programma:<a href="http://www.coffi-festival.it/programma">Coffi</a>kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-18850418720259140252016-02-16T03:36:00.000-08:002016-02-16T03:36:10.218-08:00'Come una foglia al vento' menzione d'onore al Premio Holmes Award 2016<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-r3P-AMZU8Os/VsMJJRlnzvI/AAAAAAAAAIE/k4R28uxPITc/s1600/Menzione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="269" src="https://1.bp.blogspot.com/-r3P-AMZU8Os/VsMJJRlnzvI/AAAAAAAAAIE/k4R28uxPITc/s320/Menzione.jpg" width="320" /></a></div>
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La motivazione: "Scrittura fluida e diretta, a volte cruda, mai sovrabbondante.
Cinematografica: potrebbe facilmente trasformarsi in sceneggiatura.
Simpatico l'alleggerimento della storia con aneddoti e ritratti
(calcistici e non), digressioni gastronomiche e uso del dialetto
calabrese. Piaghe italiane (corruzione, clientelismo, omertà,
acquiescenza...) raccontate con brio."kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-771688837882472676.post-29270860090467689662016-01-21T09:35:00.001-08:002016-01-21T09:35:21.381-08:00Un'intervista su LaC tv<br />
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<a href="https://www.youtube.com/watch?v=f2gBZYbUP08">L'intervista su youtube</a><br />
<br />kioshihttp://www.blogger.com/profile/10764679873905975197noreply@blogger.com0